Sgomento e delusione.
Sono le uniche due parole con cui riesco a commentare un fatto come quello dello scorso venerdì: un giovane arbitro di appena 17 anni, veniva aggredito al termine di una gara Under 15 maschile tra due squadre milanesi.
Due pugni in pieno volto, sferrati da un tifoso - probabilmente genitore di qualche atleta - poi dileguatosi, per il giovane direttore invece prognosi di 15
giorni.
Sgomento perché stiamo parlando di un arbitro di appena 17 anni e delusione
perché, in ambito sportivo, non si vorrebbe mai assistere ad episodi di violenza.
In Lombardia in questi ultimi anni, abbiamo investito molto, sia economicamente che umanamente, per incentivare il reclutamento arbitrale ma comportamenti come quello di venerdì, per di più ai danni di un minore, rendono vano ogni nostro sforzo.
Urge una riflessione da parte di tutte le componenti del mondo del basket, dirigenti, allenatori e, ovviamente anche genitori: è possibile che, di fronte ad
un risultato avverso, ci si trasformi a tal punto da perdere il controllo e aggredire un ragazzo che aveva l’unico torto di amministrare una partita?
giorni.
Sgomento perché stiamo parlando di un arbitro di appena 17 anni e delusione
perché, in ambito sportivo, non si vorrebbe mai assistere ad episodi di violenza.
In Lombardia in questi ultimi anni, abbiamo investito molto, sia economicamente che umanamente, per incentivare il reclutamento arbitrale ma comportamenti come quello di venerdì, per di più ai danni di un minore, rendono vano ogni nostro sforzo.
Urge una riflessione da parte di tutte le componenti del mondo del basket, dirigenti, allenatori e, ovviamente anche genitori: è possibile che, di fronte ad
un risultato avverso, ci si trasformi a tal punto da perdere il controllo e aggredire un ragazzo che aveva l’unico torto di amministrare una partita?
Ma soprattutto, è possibile imputare sempre agli arbitri responsabilità e colpe?
Lo sport – soprattutto di squadra - è prima di tutto educazione e rispetto. Che genere di educazione diamo ai nostri ragazzi se gridiamo o alziamo le mani contro una persona che è sul campo per far rispettare un regolamento?
Educare al rispetto: perché è anche dallo sport che deve partire il percorso educativo che deve accompagnare la crescita dei nostri ragazzi per farli diventare persone migliori, percorso che è ben più importante del mero insegnamento dei fondamentali di gioco.
Ci giochiamo la partita più importante: quella di educare i nostri figli migliorando il movimento.
Lo sport – soprattutto di squadra - è prima di tutto educazione e rispetto. Che genere di educazione diamo ai nostri ragazzi se gridiamo o alziamo le mani contro una persona che è sul campo per far rispettare un regolamento?
Educare al rispetto: perché è anche dallo sport che deve partire il percorso educativo che deve accompagnare la crescita dei nostri ragazzi per farli diventare persone migliori, percorso che è ben più importante del mero insegnamento dei fondamentali di gioco.
Ci giochiamo la partita più importante: quella di educare i nostri figli migliorando il movimento.
Vincere o perdere spetta a noi, genitori, allenatori, dirigenti, ed il nostro risultato sarà ben più importante di quello di una gara vinta o persa in un tardo venerdì pomeriggio.
Milano, 10 marzo ’09
Il Presidente
(Enrico Ragnolini)
Milano, 10 marzo ’09
Il Presidente
(Enrico Ragnolini)
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